giovedì 9 ottobre 2008

Preside spaccasecondi

Rompo il silenzio e riapro bottega postandovi quest'Ansa fresca fresca...

VICENZA, 9 OTT - All'Istituto Magistrale Fogazzaro di Vicenza è in vigore un orario che, per un’equa ripartizione delle ore di lezione, ricorre alle frazioni di secondo. L’intervallo, ad esempio, è compreso tra le 10.22 e 30 secondi e le 10.37. Dal lunedì al venerdì, per disposizione del preside Pietro Pasetto - scrive oggi Il Gazzettino - la prima lezione inizia alle 7.45, la seconda alle 8.37 e 30 secondi, la terza alle 9.39. Dopo l’intervallo, la quarta prende avvio alle 10.37 e 30 secondi, la quinta alle 11.30, la sesta alle 12.22 e 30 secondi. Conto tondo per il termine delle lezioni, fissato nelle 13.15, e per il sabato, quando l’inizio delle lezioni è fissato alle 7.45, 8.42, 9.39, 10.51, 11.48. Per la dirigente scolastica del Veneto Carmela Palumbo, che oggi prenderà contatto con il preside del Fogazzaro, “l'unico modo per affrontare questo assetto orario per il momento è l’ironia”. “La scuola - ha detto la dirigente all’ANSA - deve concentrarsi sui suoi obiettivi primari e fare meno burocrazia ed elucubrazioni di tipo formalistico, lavorando con più intelligenza sulla questione dell’apprendimento”.

mercoledì 27 agosto 2008

Ostalgia ....canaglia.....

Ciao a tutti. Nonostante i rimbrotti del giornalaio sono viva e vegeta e torno a tediarvi con le mie parole. Durante queste vacanza ho scoperto un altro sentimento: l'ostalgia. Cosa è? Apro il dibattito. In realtà un piccolo assaggio l'ho avuto lo scorso anno a Berlino, ma l'ho corroborato ora andando a spasso nelle ex repubbliche sovietiche. Attendo le risposte ma soprattutto una discussione.

martedì 26 agosto 2008

Voci

Fanno ridere le voci eh... Nel giro di cinque minuti passi dalle stalle alle stelle, poi alle stalle di nuovo e poi ancora un giro fino a quella nuvoletta a metà strada. In questi primi giorni di riapertura, la bottega è costantemente attraversata da un venticello vocale che si porta via il chiuso di tre settimane di ferie. Alcune voci parlano di me, altre di alcuni amici giornalai, altre ancora di "semplici" colleghi. Oggetto del chiacchiericcio il prossimo giro di nomine, con annessi aumenti di stipendio, pseudorivalità, incazzature, soddisfazioni. Che cosa sia vero, il tempo ce lo racconterà. Vi tengo informati, promesso.

mercoledì 20 agosto 2008

La volpe e l'uva

L'altra sera, ospite inattesa, una volpe è venuta a farci visita. La mamma ed io eravamo rimasti a goderci il fresco sulle chianche del cortile, cullati dal venticello che accarezzava noi e le chiome verdi degli ulivi. Un piacere, dopo una giornata di sole forte e di caldo secco ma intenso.
Per caso alzo lo sguardo. Dietro l'albero secolare qualcosa - qualcuno - si muove. Piano piano, il passo impercettibile. Un gatto, penso io. «Forse è Nerina», dice mia madre, anche lei incuriosita dagli strani movimenti. Nerina è una gatta fortunata, presa a benvolere dagli abitanti del trullo e soprattutto da zia Maria, che non manca di far trovare alla felina girovaga qualche avanzo dei nostri pasti sempre troppo abbondanti.
Non so quanto ci abbiamo messo a capire che questa volta non si trattava d'un gatto. La coda lunga, di pelliccia folta e lucente, è stata la prima avvisaglia. «Che bestia è?», il primo pensiero. Seguito dall'azzardo sognante: «Forse è una volpe...». Lei intanto dall'ulivo si era avvicinata alla pompa dell'acqua. Assetata, cercava senza successo di bere. È stato lì, a una manciata di metri da me, che ho visto il musetto a triangolo, il viso affilato di un animale conosciuto sui miei libri illustrati da bambino, sull'immancabile Exupéry, nelle immagini dell'occasionale documentario. Non era certo spaventata. Forse sorpresa. Certo meno di me. Perché per lei questo - sicuro - non era il primo incontro con il bipede umano.
Ora mi piacerebbe raccontarvi che abbiamo fatto amicizia, che abbiamo parlato di rose e appuntamenti, che ha parlato dei miei capelli paragonandoli a un campo di grano. Ma sarebbe un romanzo - già scritto, per giunta - e non la realtà. Invece la volpe ha attraversato il cortile ed è scesa nell'orto, tra i pomodori e le zucchine di zio Michele. Il giorno dopo, a dimostrare che non avevo sognato, ha lasciato tracce di sè nel piccolo vigneto d'uva fragola. Ieri sera, poi, ha provato a bissare la visita. Ma eravamo in dieci a popolare il cortile del trullo. Così, captata l'atmosfera di poca intimità, ha girato la coda ed è tornata sui suoi passi.

venerdì 1 agosto 2008

La bottega chiude per ferie

Tra un articolo e l'altro, tra una pagina mandata in stampa e il richiamo di prima da cambiare sono riuscito a chiudere la benedetta valigia. E domani si parte per la Malaysia. Con un buon amico, qualche libro, la macchina fotografica e la voglia di stare superbene. La bottega dei giocattoli di carta chiude per ferie qualche giorno. Buona estate!

lunedì 28 luglio 2008

Per la gioia delle signore

Questa devo condividerla con voi.
Una scoperta rivoluzionaria per "il modus vivendi della donna moderna".
Signore, con gioia e un po' di emozione vi presento Shewee, "un dispositivo in plastica stampata, con uno speciale design ergonomico, che consente alle donne di qualsiasi età di urinare restando in piedi e senza necessariamente togliersi i vestiti". La notizia arriva da L.R. della XXX Sas, che ci comunica la notizia inviando una mail alla redazione: «Avremmo picere di portare a conoscenza delle vostre lettrici - scrive il solerte ufficiale di stampa nel comunicato - quanto sopra sinteticamente riportato, e a tale scopo abbiamo predisposto un breve articolo redazionale, informativo e non pubblicitario, che vi chiediamo di pubblicare sulle vostre riviste e che troverete in allegato». A prescindere dalle virgole, traduco: scriveteci un articolo gratis. Beh, grazie a L.R. perché mi ha donato due minuti di allegria. Donne, che pensate della trovata?

giovedì 24 luglio 2008

Lo giuro


Da questa bottega dei giocattoli di carta io sottoscritto Giornalaio giuro sulla testa dei miei figli (spirituali, putativi, virtuali e futuri) che non mi avvarrò mai del lodo Alfano.

martedì 22 luglio 2008

Tra le due ferie

Vi avviso che 'sto giro niente Mara, niente Studiaperti, solo una lunga lamentazione senza troppo senso su qualcosa che rimugino da qualche giorno. Un post un po' palloso, quindi se non volete rompervi le scatoline potete saltare. Se leggete, non fate finta di non averlo letto. Due righe da chi mi conosce mi fanno piacere.

Rientrato domenica pomeriggio dalle ferie, all'orizzonte ferie più lunghe a partire dal due agosto. Nel frattempo un ritorno pesante al lavoro. Poca, pochissima voglia di fare. Elezioni del Cdr (comitato di redazione, cioè i rappresentanti sindacali della redazione) finite piuttosto male, con la vittoria di un "pacchetto" di candidati che credo non abbia la tutela dei nostri interessi come primo obiettivo. L'altissima probabilità che al prossimo giro di nomine resterò un bottegaio semplice, mentre altri con alle spalle gestioni fallimentari e incapacità conclamate diventeranno capobottega o vicecapobottega per come hanno usato le loro doti linguistiche col padrone. Ma non c'è solo questo.

Da qualche giorno mi sono iscritto a Facebook. Non so se lo conoscete, è un social network attraverso il quale puoi trovare i tuoi amici o conoscenti iscritti. Grazie a questo sito ho ritrovato un bel po' di gente dei tempi della California (ci sono stato per un anno accademico, ma questa è un'altra storia), dell'università, di scuola. E ho ripensato a quando, guardando al futuro, mi pensavo ovunque. Giornalaio sì - è sempre stato il mio sogno - ma giornalaio ubiquo. Magari non famoso, ma in giro per il mondo a vedere e poi raccontare quello che avevo visto.

E invece sono rinchiuso tra quattro mura, nella mia mediacittàdelnord. Senza stimoli. E faccio di uno stipendio onorevole e di un articolounopiùunicocheraroconunmercatodellavorocosìsaturo (come dicono tanti colleghi... e lo dicono così, tutto d'un fiato) la zavorra e la scusa per non mollare tutto e cercare quello che ho sempre sognato e che ora rischia di trasformarsi solo in un rimpianto, in un "era il mio sogno". Io voglio raccontare. Raccontare scrivendo. Raccontare in un modo diverso, cioè coordinando il lavoro di una redazione, mi va benissimo. Ma datemi gli strumenti per farlo davvero. E ditemi se faccio male o bene il mio lavoro. E almeno ricordatevi il mio nome.

Un discorso un po' da Geppetto, anche contorto, che non vorrei fare perché odio questo genere di lamentationes che non conducono a nulla, ma in questi giorni mi sento così. E in fondo Geppetto lo sono sempre stato, anche a 16 anni. Ma forse a 27 voglio diventare Mangiafuoco.

giovedì 10 luglio 2008

Mara per sempre

La bella e competente ministra Mara ha subito ripetuti attacchi e accuse che non sto qui a ripetere perché questa è la Bottega dei giocattoli di carta e non il Boudoir della sora Guzza. Ma la nostra amata Carfy, che tanto bene ha fatto all'Italia con la sua rubrica di consigli con Antonio Lubrano, sa reagire decisa. E incassa attestati di solidarietà bipartisan, come spiega repubblica.it.

«Alcune donne del Pdl hanno manifestato solidarietà nei suoi confronti dopo gli attacchi di piazza Navona. Si aspettava qualche parola da parte del Pd?
Non è il mio primo pensiero, ma non è detto che non arrivino altri attestati. La giornata è ancora lunga no? Poco fa mi è arrivato un sms molto carino da parte di Paola Binetti».

Ma lo sapevate che la brava Mara, quando vede la bustina degli sms lampeggiare sul suo cellulare, ha sempre la tentazione di chiedere al Comitato se dentro c'è il Superpremio?

mercoledì 9 luglio 2008

Chiudete quello Studio


Classico pezzo di Studio Aperto sul clima. Vabbè, si sa che per il telegiornale di Italiauno non esistono le mezze stagioni, quindi o è emergenza caldo o è allarme freddo.
Ma oggi ho visto una cosa davvero incredibile: una giornalista d'assalto in giro sui bus romani con la missione di dimostrare che dentro ci fa caldo. Mostrava orgogliosa, stretto in pugno, un termometro digitale. Che segnava - aria condizionata a palla o guasta poco importava - 36 gradi in tutti gli autobus "visitati". Non è che la temperatura era quella della sua mano?

Per non farsi mancare niente, dopo il servizio sulla temperatura corporea della sana telegiornalista, un bel pezzo sulle nuove offerte di Mediaset Premium. Cioè un pezzo pubblicitario, che dovrebbe portare l'Ordine all'apertura di un fascicolo e magari a qualche sanzione per chi si è prestato a firmarlo oltre che per il direttore. Ma si sa, il contratto e l'etica professionale te li fanno studiare per lo scritto all'Ergife e l'orale al lungotevere de' Cenci... poi ti puoi pure scordare tutto.

venerdì 4 luglio 2008

No thanks, I'm on a diet

Niente pasta, niente dolci. Niente birra. Per almeno un mese. C'è fermento in bottega, perché il Giornalaio si è messo in dieta. «Dieta seria», spiegava ieri notte alla sua vicina di casa mentre fumava la terza Camel ammazza-fame. Nessun turbamento negli occhi della simpatica T., probabilmente avvezza a dichiarazioni d'intenti nutrizionistiche da parte di mamme e amiche, sistematicamente smentite da brioche trangugiate senza ritegno. «Dieta di dietologo», sfoderava allora il giornalaio. Colpendo nel segno: lo sguardo di T., tra l'ammirazione e il compatimento accompagnava un laconico «Allora fai sul serio».
Beh, non lo so se faccio sul serio. Però da tanto volevo mettermi in regola. Ottantasei chili e una pancia che mi rompe sono stati la molla, insieme alla necessità di mettere un po' d'ordine in un regime alimentare devastante. Quindi, approfittando del fatto che la mutua della nostra casta di bottegai di carta passa anche le visite dietologiche, mercoledì mi sono trovato faccia a faccia con il dottor R. "Specialista in nefrologia e scienza dell'alimentazione" recita la pomposa carta intestata. Questo dottor R., cecato come pochi, assolutamente incapace di rileggere la propria scrittura, sovrappeso come solo un dietologo può essere (è un po' come per i parrucchieri calvi... un conto è la teoria, altro la pratica), sembra la versione buona del dottor Birkermeier. Ve lo ricordate il dottor Birkermeier? Era quello di «Fuori croccante panatura, dentro kvore di patata. Peccato tu non pozza manciare». Ma sì: il dietologo di Fantozzi nel terzo film della serie, Fantozzi contro tutti. Versione buona. Così, mentre il dottor B. costringeva il povero ragioniere a prolungati digiuni aiutandosi con convincenti scudisciate, il dottor R. ha adottato un'arma molto più potente: il sorriso. Così, sorridendo sorridendo, mi ha tolto per un mese pasta, birra, dolci, uova. Ed è riuscito perfino a farmi promettere che una volta alla settimana troverò il tempo di dedicarmi a un po' di moto. Chi mi conosce sa che io sto all'attività sportiva come Bice Biagi al giornalismo. Comunque sapete una cosa? Qualche mio amico, conoscendomi forse meglio di me, forse pensa che non reggerò per molto. E boh, magari sarà così. Ma io per il momento ci credo. Ne riparliamo al prossimo controllo: «trenta luglio, con tre chili in meno». Speriamo. E fatemi gli auguri.

P.S. Se qualche collega vede un idiota che si aggira per conferenze stampa con una mela al seguito... beh, sono io con il mio spuntino di metà mattina. «Non lo può saltare», mi ha detto il mio personale Birkermeier. Con il sorriso stampato in faccia, e io non ho potuto fare a meno di obbedire.

mercoledì 2 luglio 2008

Che faccio, ci vado?

Preg.mo Signore
abbiamo il piacere di invitarLa a far parte della Giuria per la selezione provinciale di Miss Italia.
La manifestazione, come avrà avuto modo di apprendere, è in programma sabato prossimo, 5 luglio, alle ore 21 in piazza xxx Xxxxxxxx.
Grati se vorrà confermarci l'accettazione, cogliamo l'occasione per porgere i ns. migliori saluti.
Con viva cordialità
Xxxxxx Xxxxxxxxxxx
Presidente Xxxxx Xxxxxxx Spa

Che faccio? Ci vado?

martedì 1 luglio 2008

Tentazioni irresistibili

Non so voi, ma io fatico a resistere a certe tentazioni. Qualche giorno fa ci sono caduto di nuovo. Ancora una volta ho digitato quell'indirizzo sulla barra di Firefox. E sono finito in quel sito che tanto mi attrae. Una email piena di banner mi aveva convinto a tornarci. Quaranta per cento di sconto su uno sbanderno di libri. E io ai libri - soprattutto a quelli in offerta - non resisto. Così, ecco le mie prossime letture estive:

Ed Moloney, La storia segreta dell'Ira
Nick Hornby, Alta fedeltà
Nick Hornby, Non buttiamoci giù
Boris Pasternak, Il dottor Zivago
Charles Bukowski, Compagno di sbronze
Charles Bukowski, Pulp
Charles Bukowski, Taccuino di un vecchio sporcaccione
Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River
Giovannino Guareschi, La favola di Natale

Se avete consigli letterari, beh, li accetto volentieri!

lunedì 23 giugno 2008

And the winner is...

Quindi rivela di ispirarsi politicamente a Ronald Regan e spiega: «Anche lui è entrato in politica arrivando dal mondo dello spettacolo. Guardato con sospetto, diffidenza e sufficienza, si è poi dimostrato uno dei più grandi politici della storia americana».

L'avevate indovinato tutti: non poteva che essere la nostra amata Mara. Bella e brava questa ministra nostra! Questa mattina, senza notaio alcuno, ho estratto a sorte il nome del vincitore. E ora vi annuncio che la culona - perché di donna si tratta - che si aggiudica il libro doppio della mia biblioteca è l'Archilella! Contattata dal cassiere della Bottega dei giocattoli di carta e invitata a scegliere da un elenco, Lella ha optato per la prestigiosa biografia con dvd di padre Placido Cortese, delle edizioni Messaggero Padova. Un libro che era addirittura triplo! Che dire? Congratulazioni. E grazie a tutti i partecipanti. Libri doppi ne ho ancora un po'... prima o poi un altro concorso arriva.

venerdì 20 giugno 2008

Blackberry, atto terzo

Nuovo episodio nella continua lotta tra la macchina infernale che porta il nome di una specie di frutto di bosco e la massa di colleghi che come me l'ha ricevuto in dotazione aziendale. Qui trovate il racconto di Sorella Marta, che - come Giacobbe nel deserto - ha combattuto e vinto. Perché il segreto, insegna SM, non è più "spegni e riaccendi", bensì "estrai e reinfila".

mercoledì 18 giugno 2008

La grandezza dei solitari

È uscito sui quotidiani del gruppo E Polis oggi, 18 giugno 2008.

Se n'è andato in punta di piedi. Mario Rigoni Stern, il Sergente nella neve, uno dei grandi della letteratura del Novecento, è morto nella sua casa di Asiago lunedì sera. Solo ieri, a funerali già celebrati in forma privata, per sua espressa volontà, la famiglia ha reso pubblica la notizia. Ottantasei anni, Rigoni Stern conviveva dallo scorso autunno con un male incurabile. I suoi resti riposano sotto una semplice croce di abete.

«Di lui ho un ricordo unico, nel senso che nascono molto raramente persone piene di virtù come lui», racconta Andrea Zanzotto, costernato. «Si dedicò alla letteratura come all’impegno civile, antesignano della conservazione dell’ambiente», sottolinea il poeta di Pieve di Soligo. Di «impegno civile mai interrotto» parla anche Walter Veltroni: «Se ne va - sottolinea - un uomo straordinario che avevamo imparato a conoscere nelle sue pagine realistiche e incantate». Per il presidente del Veneto Giancarlo Galan, «resterà in eterno una guida morale e culturale per le future generazioni». Mentre lo scrittore Ferdinando Camon sottolinea: «Era grandissimo, aveva la grandezza che hanno i solitari».

«Mario Rigoni Stern non è uno scrittore di vocazione», scriveva Elio Vittorini nella prefazione alla prima edizione de Il sergente nella neve. Un non-scrittore che ha saputo negli anni conquistare un pubblico sempre più vasto, partendo proprio dal racconto della “sua” ritirata di Russia. Ricordi scritti con uno stile insieme semplice e ricercato, nel lessico più che nella costruzione, che lo fecero entrare nella corte di Giulio Einaudi: scrittori figli della Seconda guerra mondiale e di un Fascismo conosciuto da bambini come l'unico mondo possibile e riscoperto a vent'anni nella sua tragicità. Quando nel 1953 Einaudi stampa per i Gettoni la prima edizione del Sergente, Rigoni Stern è un tranquillo dipendente del Catasto di Asiago. Molti anni dopo, in Amore di confine, racconterà un episodio di quei giorni, in cui l'«avventizio di 3ª Cat. signor Rigoni Mario» si ritrova con una giornata di paga e una di ferie in meno per essersi assentato dall'ufficio. Motivo: «Si è recato a Viareggio per ricevere un premio letterario». Fatto che evidentemente i superiori non ritenevano giustificazione sufficiente. Anche se quel premio - cinquecentomila lire e l'occasione per conoscere Gadda, Ungaretti, Flora, Mondadori, Olivetti - sarà il primo di un elenco che ricostruire per intero è impossibile.

Riconoscimenti ricevuti per la capacità di parlare dritto al cuore che dal Sergente in poi non l'ha più abbandonato, fino ai Racconti di guerra del 2006. Due libri, il primo e l'ultimo, accomunati dal medesimo tema - il secondo conflitto mondiale - che punteggerà tutta la produzione dello scrittore. Pagine fatte di terra e di odori, di viscere, di sudore. Di desiderio del ritorno. Del sogno di una baita dove rincasare, di una tana da costruirsi per mettere definitivamente fuori dalla porta orrori ed egoismi. Quella tana se l'era costruita ai margini di Asiago, dove i campi pian piano si trasformano nel bosco. Lì dentro la sua vita si è fermata. Da lì il Sergente continua a raccontare.

martedì 17 giugno 2008

Addio Sergentmagiù


Mario Rigoni Stern (1921-2008)

Io Mario Rigoni Stern non ho mai voluto conoscerlo. Anche se non era difficilissimo trovare il modo di incontrarlo "casualmente" camminando in Valgiardini o in altre zone vicine alla sua tana asiaghese o in uno degli incontri pubblici. Anche se lo amavo davvero. Se mi chiedete il motivo, ve ne dico due. Il primo: da piccolissimo, nel corso di una serata a Cesuna, sull'Altopiano, mio nonno litigò di brutto con lui. Davanti a tutti. Il secondo: avevo paura di restare in qualche modo deluso dall'incontro. Deluso da me, beninteso, non da lui. Dall'incapacità di dirgli tutto quello che sentivo per lui. Tutto quello che le sue pagine mi hanno regalato. Buon viaggio, Sergentmagiù. E buon ritorno a baita.

venerdì 13 giugno 2008

Serendipità

Mentre pensavo a tutt'altro - ero affaccendato a raccogliere spunti per un pezzo di fuffa pura che esce domani - è scoccata l'illuminazione.

Alla fin fine, il giornale è quella cosa sulla quale poggi il culo quando vuoi sederti senza sporcarti.

Forse, anzi ne sono quasi certo, qualcun altro ci ha già pensato prima di me. Ma io penso che adesso sono un po' più riconciliato con questo pazzo mondo dei giornalai, che si prendono troppo sul serio. E espongo tutto nella vetrina della bottega. E scusate se ho scritto culo. Lo so che si chiama deretano.

mercoledì 11 giugno 2008

Indovina indovinello


Indovinello... a chi si riferisce lo stralcio di articolo che riporto qui sotto? Potete partecipare scrivendo la soluzione - motivata - in un commento a questo post. Tra quanti posteranno la risposta esatta sarà estratto a sorte il vincitore di un magnifico libro tra quelli doppi della mia biblioteca.

Quindi rivela di ispirarsi politicamente a Ronald Regan e spiega: «Anche lui è entrato in politica arrivando dal mondo dello spettacolo. Guardato con sospetto, diffidenza e sufficienza, si è poi dimostrato uno dei più grandi politici della storia americana».

Dai... basta pensarci un po' e ci si arriva. Le risposte vanno motivate!

martedì 10 giugno 2008

Studentesse svogliate

Per la serie: cazzate che capitano. Sul giornale di oggi una collega et amica fa una bella paginetta sui corsi di recupero istituiti da Fioroni e confermati dalla Gelmini per gli studenti delle superiori. Vien fuori che in due scuole della mia città bisogna pure pagare per frequentarli. La foto a corredo del pezzo ritrae due studentesse svogliate sedute al banco.
Oggi arriva questa mail da un lettore:
Voglio farvi notare che la foto di pag. 23 delle due "studentesse" riguardo all'articolo sull'istruzione altro non è che la foto delle T.A.T.U gruppo pop di qualche anno fa.
Lo sapevate?
Saluti, un lettore
Sempre meglio di quella volta che in un pezzo su una banda di spacciatori di coca finì la foto dell'assessore regionale alla sanità...

venerdì 30 maggio 2008

Ho trovato un alleato

Postilla al post (uhm... suona malissimo) sul BlackBerry. Ho trovato un alleato nella lotta al mio nuovo nemico hi-tech. Si tratta di un mio caro amico, nonché frequentatore della bottega dei giocattoli di carta. Incuriosito proprio dal post in cui scrivo peste e corna del malefico aggeggio nerolucido, vuole vedere se le mie lamentele sono fondate o se - mai fidarsi di un giornalaio - magari ho gonfiato un po' la notizia.
Estrae l'aggeggio dalla custodia in similpelle. Prova a digitare a caso. Mi dice: «È vero, non funziona proprio». Forse si accorge dei miei occhi sgranati, dello sguardo incredulo. Ed è stato difficile dirgli quello che gli ho dovuto dire. Ma qualcuno doveva pur farlo.
Così gli ho spiegato: «Ale, questo è il retro del telefono. La tastiera è dall'altro lato». Giuro che è vero. Maledetto BB! Hai trovato un nuovo nemico.

PS: Ofelia, racconta la tua esperienza con l'aggeggioso favoleggio nomato BlackBerry...

mercoledì 28 maggio 2008

Blackberry, il mio nuovo nemico


È arrivata la nuova dotazione aziendale. Un portatile e un cellulare nuovi di zecca, freschi di fabbrica. Ho scritto cellulare ma avrei dovuto scrivere: BlackBerry. Ho scritto BlackBerry ma avrei dovuto scrivere: il mio nuovo nemico numero uno. Il tanto decantato dispositivo tecnologico, sfoggiato con una certa stupida fierezza alle riunioni di lavoro, poggiato distrattamente sul tavolo alle conferenze stampa, nella speranza che qualcuno lo noti sotto la sua custodia in similpelle con marchio, è uno strumento impressionante. Nel senso che fa impressione quanto possa essere complicato effettuare una chiamata con quello che alla fin fine dovrebbe prima di tutto essere un telefono. Una complessità tale da essere seconda soltanto a quella femminile. Così, il primo giorno di "nuova dotazione aziendale" è stato un susseguirsi di telefonate tra colleghi. «Dove cazzo è la rubrica?», chiedo angosciato al collega nerista. Che mi risponde - che cosa irritante - con una domanda: «Come si fa a nascondere il numero del chiamante?». Tutte chiamate fatte, beninteso, dai cellulari personali. E adesso anche gli sms li mando dal mio Nokia. Perché il geniale inventore del BlackBerry ha pensato bene di fare una tastiera con le lettere disposte "quasi" come su quella del Pc. Col risultato che scrivo cose tipo: "Bt tuju, kdggi tybbbi", che poi sarebbe "Va bene, mille battute". Sembra urdu.

domenica 25 maggio 2008

giovedì 22 maggio 2008

Paolo Giuntella se n'è andato

Se n'è andato Paolo Giuntella. Giornalistam quirinalista del Tg1, 61 anni, marito e padre. Cattolico sorridente, non in stile papaboy. Ma di quelli che "Rendete testimonianza della speranza che è in voi". Un "adulto" di Azione cattolica. Adulto davvero. Riporto qui il saluto che l'Ac gli ha lasciato.

Aveva provato a chiacchierare con la morte nel suo ultimo, splendido libro L’aratro, l’iPod e le stelle. Una riflessione a braccia aperte sul senso della vita, e sull’impegno dei cristiani in una società in crisi e difficile come quella di oggi. Aveva provato a farlo con il suo solito modo: con il sorriso sulle labbra. Con l’ironia di sempre. Citando i suoi autori preferiti, quelli che appunto, sorridevano alla vita. Ma anche un libro che nascondeva nelle pieghe delle pagine il senso vero di una vita piena, affidata a Dio. Quel “lieve problema di salute” che descriveva non era, in realtà, un lieve problema. Lui lo sapeva. Ma, in qualche modo, ne parlava anche con i suoi amici più intimi, scherzandoci su. Ha lavorato fino all’ultimo giorno, seguendo per il Tg1 le consultazioni politiche dal Quirinale, e partecipando a conferenze e incontri pubblici. L’ultimo incontro proprio quello dedicato al suo grande maestro, Pietro Scoppola, anche lui scomparso recentemente. Ce lo ricordiamo ironico, un cattolico “gaudente”, sempre pronto però alla riflessione seria. Amante della musica, sapeva a memoria tutti i nomi dei grandi dello spiritual americano, delle buone letture, uomo dotato di una vastissima cultura, negli ultimi tempi aveva cominciato a raccontare gli ultimi, i vagabondi, i “folli” di Dio, tutti quei dispersi incontrati per caso in un pub, per strada, durante i suoi tanti viaggi. I suoi ultimi libri sono esperienza letteraria ma anche vita vissuta. Ha sempre sognato una Chiesa bella e profetica. Adesso che ha raggiunto suo padre, sua madre e le sue sorelle, e tutti i suoi amici e maestri che hanno dato il loro impegno per il Concilio Vaticano II, lo immaginiamo che starà danzando con loro. E bevendo una bella birra all’Osteria del Vecchio Isaia. Ci mancherai.

mercoledì 21 maggio 2008

Dubbio felpato

Ma almeno adesso che è sottosegretario Bertolaso se la toglierà quella ridicola felpa della Protezione civile? Un conto è essere in mezzo ai terremotati, altro stare al Consiglio dei ministri. O no?

martedì 20 maggio 2008

Il nuovo pogrom

“Prima di tutti vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista. Un giorno vennero a prendermi e non c'era rimasto nessuno a protestare” (Bertold Brecht).
Vorrei, con queste parole del poeta, porre l'attenzione sulla cronaca di questi giorni, anche di questi mesi. La caccia al diverso, allo sconosciuto che porta addosso un modo di vita differente dal nostro, è un rischio concreto che si attanaglia e si nutre dell'ignoranza, della mancata conoscenza e del qualunquismo. Siamo tutti colpevoli: con i nostri titoli, con i nostri discorsi. Nessuno può tirarsi fuori dalle responsabilità. La politica uscita vincitrice dalla ultima tornata elettorale alimenta l'odio, l'Europa ci guarda con disprezzo e a tratti con pietà. Facciamo pattuglioni e li mascheriamo per operazioni contro la criminalità. Ma intanto - e Gomorra dimostra - la criminalità organizzata di casa nostra ci sta mangiando cuore e polmoni. Attenti... guardiamoci le spalle... potrebbero venire a prendere qualcuno di noi...

lunedì 19 maggio 2008

Gli uccelli festeggiano

Non ho mai contato quanti comunicati stampa mi arrivano ogni giorno. Comunque tanti. Il più delle volte finiscono nel cestino con una rapidità impressionante. Miss culetto d'oro, l'ultima scoperta nel campo della blenorragia, il museo della tosse asinina. Ce n'è per tutti i gusti e ogni volta che penso di aver finalmente scovato il comunicato stampa più assurdo del mondo - voilà - ne arriva uno ancora più incredibile. Questo è di pochi minuti fa.

GLI UCCELLI FESTEGGIANO L'INAUGURAZIONE DEL MAV
Oltre 1,5 milioni di € per una struttura che valorizza il territorio del Veneto Orientale. Il Museo Ambientale di ValleVecchia (Caorle,Ve) sarà inaugurato alle ore 10,00 da Corrado Callegari.

La notizia ci può anche stare. Ma come si fa a titolare (e mettere come oggetto nella mail) con questa immagine di uccelli in festa? Come se nelle redazioni non ci fossero già abbastanza erotomani e amanti del doppiosenso (sì, me compreso).

venerdì 16 maggio 2008

Maxi-blitz o maxi-truffa?

La Repubblica di oggi apre con Clandestini, retata in tutta Italia. A pagina due del Corriere della sera il titolo è Maxi-blitz contro i clandestini. Ora però vi racconto un fatto. Ieri mattina la questura della mia città fa un bilancio di una settimana di attività: X arresti eseguiti, X controlli sui permessi di soggiorno, X decreti di espulsione per violazione della legge sull'immigrazione e compagnia cantando. Nota bene: numeri non dissimili da quelli di ogni altra settimana che il Signore mette in terra. Il collega mi telefona e mi riferisce del bilancio, io nel frattempo mi collego alle agenzie e leggo di questa fantomatica "retata in tutta Italia". Tra le città citate c'è pure la mia.
Penso che abbiate già capito, cari frequentatori della bottega, quale giocattolo di carta ci abbiano venduto stamattina. Spacciando per un maxi-blitz contro i clandestini una serie di controlli ordinari sul territorio. A fine serata si ragionava con un collega che alla fin fine il vero blitz l'ha fatto - colpo da maestro - l'ufficio stampa della Polizia di Stato.
Ah, ovviamente è un puro caso che il tutto sia avvenuto nello stesso giorno in cui il governo incassava la fiducia al Senato.
Ah, ovviamente nemmeno comincio il ragionamento per cui un giornalista in teoria avrebbe l'obbligo (umano, morale, professionale?) di rendersi conto che di maxi qui c'era solo la fuffa, magari evitando di aprirci un giornale. Ma lascio perdere la questione. Sennò poi mi tocca farmi prestare il citrato dalla Commara. E non è cosa.

giovedì 15 maggio 2008

Giornalisti, esterno notte

Stanotte intorno alle 2.15 la banda dell'acetilene ha fatto saltare il bancomat dell'agenzia Antonveneta che sta praticamente di fronte a casa mia. Qualcosa è andato storto, forse troppo gas: fatto sta che le banconote hanno preso fuoco e agli specialisti dello scoppio non è rimasto altro che darsela a gambe.
Perché ve lo racconto? Perché, mentre tutto il vicinato si svegliava nel cuor della notte riversandosi in strada, io - il vostro valoroso giornalaio - ho continuato imperterrito a dormire.
Poi dice che uno ha il sacro fuoco del cronista...

PS che non c'entra niente: ma di Mastrota che descrive il vibromassaggio della poltrona Global Relax paragonandolo al «sapiente tocco di una geisha» che cosa vogliamo dire?

mercoledì 14 maggio 2008

Un premio per la bottega

La bottega dei giocattoli di carta ha bisogno di un nuovo scaffale. Stavolta niente notizie gonfiate da esposizione, niente pastoni politici a un tanto al chilo. E perfino la bella ministra Mara Carfagna per un attimo splende un po' meno. Perché lo scaffale serve per metterci il premio D eci e lode. Un riconoscimento prestigioso, del quale fino a pochi minuti fa ignoravo l'esistenza. Ringrazio la Commara che ha voluto conferirmelo: la gioia è doppia visto che oggi riparte il suo D'oh! che qui in bottega è molto seguito. Così sono messe a tacere le voci che attribuivano la sospensione alle note inimicizie d'Oltretevere (don Camillo, si scherza!). Questa la motivazione: «C'è dentro l'unica ambizione che conti davvero in questo mestiere, cioè farlo bene» (troppo buono).

Mi sono anche preparato due righe, giusto per non dimenticare di ringraziare:
- i miei genitori per avermi creato talmente poco dotato di buon senso da farmi capire che solo il giornalismo poteva garantirmi la pagnotta;
- la Centrale del male per lo stipendio e per tutta la vita che mi ha permesso di sacrificare a una testata locale, per poi sentirmi dire che «la forza di questo giornale sta nelle pagine nazionali» (questa non ve l'ho mai raccontata eh...);
- Ofelia, mia signora e maestra: secondo me nemmeno il premio riuscirà a scuoterla dal suo torpore Web;
- la Tempo, che ha prodotto fazzoletti delicati con la pelle, energici sulla lacrima: fondamentali per contenere il pianto scatenato dalla notizia di un premio sì prestigioso;
- la Commara, venerato maestro di virtù e gossip cattocomunisti, vero amico e collega in pectore;
- uno speciale ringraziamento a Mario Rigoni Stern, Luciana Frassati, Raffaele Cutolo, Gianni, Paola Bignardi, Cacucci e Martinelli per il loro supporto.

Ho finito di scrivere cacchiate? Per il momento sì.
Ma prima di chiudere, sono felice di assegnare il premio all'Araba Fenice di Sorella Marta: lo confesso, è colpa sua se ho deciso di aprire un blog.

Ofelia, ci degni almeno di un commento? Abbiamo vinto!


IL PREMIO D ECI E LODE

Che cos'è?
"D eci e lode" è un premio, un certificato, un attestato di stima e gradimento per ciò che il premiato propone.

Come si assegna?
Chi ne ha ricevuto uno può assegnarne quanti ne vuole, ogni volta che vuole, come simbolo di stima a chiunque apprezzi in maniera particolare, con qualsiasi motivazione sempre che il destinatario, colui o colei che assegna il premio o la motivazione non denotino valori negativi come l'istigazione al razzismo, alla violenza, alla pedofilia e cosacce del genere dalle quali il "Premio D eci e lode" si dissocia e con le quali non ha e non vuole mai avere niente a che fare.

Le regole.
1. Esporre il logo del "Premio D eci e lode", che è il premio stesso, con la motivazione per cui lo si è ricevuto. E' un riconoscimento che indica il gradimento di una persona amica, per cui è di valore (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
2. Linkare il blog di chi ha assegnato il premio come doveroso ringraziamento;
3. Se non si lascia il collegamento al post originario già inserito nel codice html del premio provvedere a linkarlo (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
4. Inserire il regolamento (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
5. Premiare almeno 1 blog aggiungendo la motivazione.

Queste regole sono obbligatorie soltanto la prima volta che si riceve il premio per permettere la sua diffusione, ricevendone più di uno non è necessario ripetere le procedure ogni volta, a meno che si desideri farlo. Ci si può limitare ad accantonare i propri premi in bacheca per mostrarli e potersi vantare di quanti se ne siano conquistati. Si ricorda che chi è stato già premiato una volta può assegnare tutti i "Premio D eci e lode" che vuole e quando vuole ( a parte il primo), anche a distanza di tempo, per sempre. Basterà dichiarare il blog a cui lo si vuole assegnare e la motivazione. Oltre che, naturalmente, mettere a disposizione il necessario link in caso che il destinatario non sia ancora stato premiato prima.

E penso ai fagiolini

Penso a questo fagiolino. E al suo papà e alla sua mamma. A quanto possono essere felici loro se già lo sono io nel mio piccolo da quando ho "scovato" la notizia. Penso che mi piacerebbe vederlo crescere. Anche se la distanza non aiuta. Penso a quanto spettacolare potrà essere questo ometto/donnina considerato come sono i suoi. E che la famiglia è una cosa bella. Per chi se la sa cavare.

giovedì 8 maggio 2008

Il sondaggio

Partecipate al sondaggio dedicato alla brava Mara! Lo trovate nel template in alto a destra.

Mara Carfagna ministro senza portafoglio

Mara Carfagna ministro senza portafoglio.
Ma con borsetta!

Non dev'essere facile passare da un carrozzone come Piazzagrande - giochetti strani con buste e somme in danaro, un sacco di storie, previsioni astrologiche sul futuro che non si avverano mai, sempre e comunque obbedienti a quel che decide il Comitato e sempre a fianco a un nanetto pelato - al Consiglio dei Ministri.

Uhm.
Forse è facile.



Qui accanto tre foto della bella Mara.
Voi in che versione la preferite?






mercoledì 7 maggio 2008

Il secolo del Mondo Piccolo

È uscito sui quotidiani del gruppo E Polis il 5 maggio 2008.

Incredibilmente, il Mondo Piccolo è ancora lì. E a un secolo esatto dalla nascita di un Giovannino Guareschi che ha saputo scoprirlo e scriverne, quell'insieme di terre e case e acqua e nebbia nel bel mezzo della Bassa è ancora pronto a raccontare storie a chi sa ascoltare.

«Sono e sarò sempre un paesano delle Roncole». Il cartello porta la firma Giuseppe Verdi e la data Parigi, 25 maggio 1863. Il Comune parmigiano l'ha sistemato di fronte la casa natale del compositore. A fianco sorge l'Incompiuta, l'abitazione che lo scrittore si fece costruire sufficientemente vicina alla via Emilia per poter raggiungere Milano e il lavoro, ma abbastanza isolata da riuscire a respirare ogni giorno l'aria del Mondo Piccolo. Fra queste mura, dove fino a pochi anni fa era ancora attivo il ristorante Guareschi, impiantato da Giovannino per “dare un mestiere” ai figli Alberto e Carlotta, oggi trova sede il Club dei Ventitré, che da anni lavora per coltivare la memoria di uno scrittore troppo a lungo dimenticato dalla critica. Fatto inaccettabile, per chi si è conquistato la maglia di autore italiano moderno più venduto nel mondo.

«Quello che nostro padre ha saputo costruire - spiega il figlio Alberto - è un patrimonio di lettori che ancora oggi dà testimonianza di una infinita rete di affetti. Una testimonianza quotidiana che mostra anche una trasmissione generazionale: i padri “passano” i libri di Guareschi ai propri figli, che crescono e fanno lo stesso. E Guareschi va avanti, senza pubblicità». Nella casa di Roncole si sta sistemando lo sterminato archivio Guareschi: manoscritti, carteggi, una fototeca da almeno settemila immagini, ma anche oggetti cari allo scrittore, come i quaderni di scuola o le posate usate durante la prigionia nel lager di Sandbostel.

A Fontanelle di Roccabianca, una manciata di chilometri da Roncole, l'ex scuola ospita una bella mostra sull'illustre figlio della Bassa. Quella Bassa che soltanto da poco ha iniziato a ricordarlo, che poi significa restituirlo al cuore. Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi è nato qui il primo maggio 1908, nella casa che dà sulla piazza. Sulla facciata c'era una Madonnina, poi cancellata quando lo stabile divenne la Casa dei Socialisti. E non è un caso che in questo borghetto perso tra i campi i concittadini di cui si fa memoria - tolto Guareschi - siano il sindacalista Giovanni Faraboli (che ispirò allo scrittore la figura di Peppone) e il vescovo Augusto Azzolini, missionario in Sierra Leone. La Croce da un lato, il Sol dell'avvenire dall'altro.

Il viaggio nel Mondo Piccolo non può non concludersi a Brescello, il paese che ha prestato vie, piazza, municipio e chiesa ai cinque film della serie. Oggi è una piccola Disneyland, con le statue di Fernandel in talare e di Gino Cervi con l'Unità in tasca che si salutano in piazza. Da un lato c'è il caffè “don Camillo”, dall'altro non può che sorgere il bar “Peppone”. E arrivati a due passi dal museo, dopo essersi rifocillati in una trattoria tappezzata di foto di scena, non ci si stupisce nel vedere parcheggiato là fuori il celebre carro armato con la stella rossa. Cose da Bassa.

martedì 29 aprile 2008

Mo' sembra che ce l'abbia con lui

Mo' sembra che ce l'abbia con lui. Ma le foto di Schifani neoeletto presidente che stanno trasmettendo le agenzie fanno molto anni Sessanta: nella maggior parte degli scatti lui è al telefono, uno di quelli vecchio stile come ce l'ha mia nonna. Quelli col cornettone, capito? Foto così andavano molto di moda ai tempi di Kennedy. Quarant'anni fa. E poi dice che c'è il rinnovamento.

Schifani presidente del Senato

Peccato che Licio Gelli non fosse disponibile, perché a questo punto era meglio lui...

martedì 22 aprile 2008

Ofelia's blues

Allora caro il mio giornalaio, più volte mi hai evocato sul blog ma questo è un periodo blu, blu come il periodo di Picasso freddo e triste, blu come un colore scuro sì ma non nero, blu come la parola che somiglia al melanconico blues, blu come il cielo assolato di inverno spazzato dalla furia del vento. Ecco sono così, come il blu e come il blues e credo fermamente che ci attendano cinque anni in cui dobbiamo lottare per non farci soffiare sotto il naso i diritti dell'umanità. Salute a tutti!

Messi bene

Bonaiuti, portavoce del Cavaliere, ha dichiarato nel corso di Otto e mezzo di essere un «sostenitore della stampa italiana, che è tra le migliori al mondo».
E se lo dice lui ci dobbiamo preoccupare.

lunedì 21 aprile 2008

La sera di un giorno difficile


Oggi non è stato facile.
I postumi dell'incontro di ieri col direttore della Centrale del male, un po' di dubbi esistenziali che si riaffacciano, il clima generale con tutti i colleghi in gara a chi è più sfiduciato. Insomma, le solite cose. Direttore a parte, d'intende.
Ma.
L'incontro con un amico che non vedevo da un bel po', una serie di curricula mandati quasi a caso (mi ci vedete alla Condè Nast? sì, sono quelli di Sposabella e Vogue...), l'idea che porcamiseria, a ventisette anni di strada ne ho fatta e soprattutto ne farò ancora, la certezza di poter contare su un po' di amici cari per davvero.
E quindi?, direte voi.
E quindi niente di nuovo, sono incasinato e umorale come sempre. Ma alla fine mi volete bene così, no?
Ofelia non ha ancora capito che questa è la bottega dei giocattoli di carta e non l'angolo del pisolino. Sveglia Ofelia!

domenica 20 aprile 2008

Ma che ca*** fa la domenica?

Ma che ca*** fa la domenica? È la domanda ricorrente. Vulgari loqui: ma com'è possibile che certi colleghi, che abitualmente lavorano diciamo poco, la domenica si trovino a non fare praticamente nulla? (Parentesi: nel nostro lavoro la domenica non si riposa quasi mai) E soprattutto: perché certe persone non si accorgono d'essere ridicole e si ostinano al lamentare carichi di lavoro insostenibili quando oggettivamente questi carichi non esistono? E soprattutto: perché se ne lamentano con me che a) non amo chi si lamenta sterilmente b) preferisco nel caso lamentarmi io e c) lavoro come un negro? Vorrei proprio sapere che cosa ne pensa Ofelia...

venerdì 18 aprile 2008

L'ottimismo di Ofelia

Ofelia vi ha ammazzati col suo post, eh?
Ma non preoccupatevi, non sempre è così ammorbante...

venerdì 28 marzo 2008

Schiavitù percepita - il primo post di Ofelia

Grazie per avermi accolto in questo spazio libero. è da tempo che avevo voglia di parlare della schiavitù percepita. Non esiste una schiavitù oggettiva, anche quando questa si manifesta nele forme delle catene. Le catene più spesse, più doppie e più pèericolose, quelle che nessuna cesoia potrà mai rompere, sono quelle mentali. Che ti rendono un automa gesticolante come se ti muovessi in una palla di vetro. Che non ti fanno avere il coraggio di alzare la testa, forse perché ritieni che sia già troppa alta e invece, in realtà, il mento è ancora poggiato sullo sterno. Siamo tutti incatenati, la scomessa è venirne a conoscenza e riconoscere chi ha fatto scattare le manette.
hasta siempre

giovedì 27 marzo 2008

Benvenuta Ofelia

Ho assunto l'amica Ofelia perché mi dia una mano qui alla bottega dei giocattoli di carta. È un po' fissata con la lotta di classe, la giustizia sociale e altre favole del genere, ma in fondo è una brava ragazzetta. E prende il minimo sindacale, il che non è male...
Benvenuta Ofelia!

giovedì 20 marzo 2008

Ma tu pensa...

Chi un po' mi conosce lo sa quanto sono umorale e intrattabile quando mi girano. Ecco, in questi giorni un po' mi girano. Perché dopo le ferie son tornato al lavoro e ho ritrovato tutti i casini legati a una Centrale della verità (i capi supremi) che non funziona, a un impegno gravoso e non riconosciuto, a una distanza sempre più marcata tra sogni e realtà e compagnia cantando.
Poi capita che un amico, il tuo amico, faccia una cosa che non ti aspetti. E dopo aver subìto i tuoi tre giorni di cazzi girati (per non contare i mille prima e i mille dopo), anziché mandarti a quel paese ti porta fuori a bere una birra (io, perché lui è disgraziatamente astemio). E poi, dopo una serata passata a cercare il momento giusto, ti spiega con precisione e impaccio da ingegnere che tu per lui sei una persona importante. Beh, una cosa così mi ha rovesciato la giornata e - incredibile per uno come me - mi ha lasciato senza parole.
E ringrazio per questo dono grande che è l'amicizia.

lunedì 17 marzo 2008

Il ritorno

Lo ufficializzo dopo una settimana di ferie che mi ha portato a una matura riflessione: m'agge rott'o cazz'... e gli amici sotto al Po mi perdonino se lo spelling non è corretto.

Comunque, la bottega dei giocattoli di carta riapre.