Stavolta i punti 2 e 3 si fondono. E la stampa nazionale c'inzuppa tutto l'inzuppabile. La storia è presto detta: un giovane molto impegnato in politica (con Forza Italia) e in parrocchia (coro, catechismo e compagnia cantando) manifesta la propria omosessualità nel corso di Ciao Darwin e il prete gli proibisce di proseguire il suo servizio in parrocchia. Vi lascio con la riflessione di un collega di Este, la cittadina della Bassa padovana teatro della vicenda.
Este come Monterosso, la Bassa come il bacino termale, preti che se ne vanno sbattendo la porta e sacerdoti che la porta la chiudono in faccia a un fedele. Sono mesi difficili per la curia padovana, finita nell’occhio del ciclone mediatico per la vicenda di don Sante Sguotti prima, e oggi per quella che oppone Alberto Ruggin a don Paolino Bettanin. Della storia del prete-presunto padre se n’è parlato a iosa, mentre quella che riguarda un giovane omosessuale, il partito cui appartiene (Forza Italia), e il parroco della parrocchia che finora aveva fedelmente servito come cantore, catechista ed animatore, è solo all’inizio. I mezzi d’informazione hanno da subito etichettato la storia sotto la voce “problemi della chiesa”. In realtà, la questione appare più profonda, tanto da sconvolgere il tranquillo vivere quotidiano degli atestini. Diciassettemila abitanti, otto chiese, quattro oratori, due cinema, quattordici pizzerie, quattromila studenti che ogni giorno vengono a studiarci, un museo nazionale sui paleoveneti, una squadra di calcio in serie D: questa è Este, “capitale” con Monselice della bassa padovana. Dal secondo dopoguerra in poi, un monocolore politico targato DC, brevemente intervallato, subito dopo tangentopoli, da un’esperienza diessina. Anche l’attuale primo cittadino - Giancarlo Piva, della Margherita - pur rappresentando il centrosinistra è di comprovata fede scudocrociata, come certifica il suo curriculum, che si apre con la militanza nell’Azione Cattolica. Piva raccoglie, tra l’altro, l’eredita decennale di Vanni Mengotto (Forza Italia, primo partito cittadino) e di un centrodestra così diviso al suo interno da perdere il ballottaggio del giugno 2006. Proprio a Forza Italia, più precisamente al locale Circolo della Libertà, appartiene Alberto Ruggin, protagonista del gran rifiuto oppostogli dal parroco della Basilica di Santa Maria delle Grazie. Informato della partecipazione del giovane alla trasmissione “Ciao Darwin” tra le fila degli omosessuali, don Bettanin ha dapprima cercato di dissuadere Alberto dal rendere pubblici i suoi gusti sessuali. Poi, ricevuto dal giovane un netto rifiuto, l’ha bandito dal coro parrocchiale in cui il ragazzo canta da anni e non è da escludere, a questo punto, che gli impedirà anche di prendere parte alle altre attività parrocchiali cui era dedito. Che don Paolino abbia idee radicali sui moderni costumi non è una novità: settantacinque anni, parroco da cinquanta, a Este dal 1995, fedelissimo della Madonna (da lui invocata come salvatrice in occasione di un recente incidente stradale che lo ha visto a lungo convalescente), il sacerdote di origini vicentine ha abituato i fedeli delle Grazie a schiette invettive dal pulpito della basilica mariana. (...) Alberto Ruggin è poco più che ventenne ma sembra trovarsi perfettamente a suo agio tra microfoni, telecamere e taccuini. E’ stato lui, alla vigilia del viaggio per Roma dove ha registrato la trasmissione, ad informare i giornalisti locali della sua scelta. E sempre lui ha deciso di sfruttare l’inattesa popolarità per perorare la causa degli omosessuali. Spigliato di carattere, impegnato in politica, Alberto potrebbe trovare un valido trampolino di lancio da questa vicenda. Dopo la messa in onda della trasmissione, Ruggin ha in calendario un altro appuntamento: venerdì sera, il teatro Farinelli ospiterà un dibattito tra l’onorevole transgender Wladimir Luxuria e la pasionaria locale della Lega Nord, onorevole Paola Goisis. Lui ha chiesto di poter intervenire per commentare ulteriormente la sua storia e ha comunque annunciato che sarà in platea. Ci saranno probabilmente anche molte telecamere e giornalisti. Este attenderà che i riflettori si spengano e le acque si chetino. Poi, in piazza Maggiore si tornerà a parlare della squadra di calcio e nei bar del centro si sorseggerà il tradizionale spritz senza curarsi troppo di quel ragazzo che raccoglie firme per mandare a casa il governo Prodi.
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