venerdì 30 maggio 2008

Ho trovato un alleato

Postilla al post (uhm... suona malissimo) sul BlackBerry. Ho trovato un alleato nella lotta al mio nuovo nemico hi-tech. Si tratta di un mio caro amico, nonché frequentatore della bottega dei giocattoli di carta. Incuriosito proprio dal post in cui scrivo peste e corna del malefico aggeggio nerolucido, vuole vedere se le mie lamentele sono fondate o se - mai fidarsi di un giornalaio - magari ho gonfiato un po' la notizia.
Estrae l'aggeggio dalla custodia in similpelle. Prova a digitare a caso. Mi dice: «È vero, non funziona proprio». Forse si accorge dei miei occhi sgranati, dello sguardo incredulo. Ed è stato difficile dirgli quello che gli ho dovuto dire. Ma qualcuno doveva pur farlo.
Così gli ho spiegato: «Ale, questo è il retro del telefono. La tastiera è dall'altro lato». Giuro che è vero. Maledetto BB! Hai trovato un nuovo nemico.

PS: Ofelia, racconta la tua esperienza con l'aggeggioso favoleggio nomato BlackBerry...

mercoledì 28 maggio 2008

Blackberry, il mio nuovo nemico


È arrivata la nuova dotazione aziendale. Un portatile e un cellulare nuovi di zecca, freschi di fabbrica. Ho scritto cellulare ma avrei dovuto scrivere: BlackBerry. Ho scritto BlackBerry ma avrei dovuto scrivere: il mio nuovo nemico numero uno. Il tanto decantato dispositivo tecnologico, sfoggiato con una certa stupida fierezza alle riunioni di lavoro, poggiato distrattamente sul tavolo alle conferenze stampa, nella speranza che qualcuno lo noti sotto la sua custodia in similpelle con marchio, è uno strumento impressionante. Nel senso che fa impressione quanto possa essere complicato effettuare una chiamata con quello che alla fin fine dovrebbe prima di tutto essere un telefono. Una complessità tale da essere seconda soltanto a quella femminile. Così, il primo giorno di "nuova dotazione aziendale" è stato un susseguirsi di telefonate tra colleghi. «Dove cazzo è la rubrica?», chiedo angosciato al collega nerista. Che mi risponde - che cosa irritante - con una domanda: «Come si fa a nascondere il numero del chiamante?». Tutte chiamate fatte, beninteso, dai cellulari personali. E adesso anche gli sms li mando dal mio Nokia. Perché il geniale inventore del BlackBerry ha pensato bene di fare una tastiera con le lettere disposte "quasi" come su quella del Pc. Col risultato che scrivo cose tipo: "Bt tuju, kdggi tybbbi", che poi sarebbe "Va bene, mille battute". Sembra urdu.

domenica 25 maggio 2008

giovedì 22 maggio 2008

Paolo Giuntella se n'è andato

Se n'è andato Paolo Giuntella. Giornalistam quirinalista del Tg1, 61 anni, marito e padre. Cattolico sorridente, non in stile papaboy. Ma di quelli che "Rendete testimonianza della speranza che è in voi". Un "adulto" di Azione cattolica. Adulto davvero. Riporto qui il saluto che l'Ac gli ha lasciato.

Aveva provato a chiacchierare con la morte nel suo ultimo, splendido libro L’aratro, l’iPod e le stelle. Una riflessione a braccia aperte sul senso della vita, e sull’impegno dei cristiani in una società in crisi e difficile come quella di oggi. Aveva provato a farlo con il suo solito modo: con il sorriso sulle labbra. Con l’ironia di sempre. Citando i suoi autori preferiti, quelli che appunto, sorridevano alla vita. Ma anche un libro che nascondeva nelle pieghe delle pagine il senso vero di una vita piena, affidata a Dio. Quel “lieve problema di salute” che descriveva non era, in realtà, un lieve problema. Lui lo sapeva. Ma, in qualche modo, ne parlava anche con i suoi amici più intimi, scherzandoci su. Ha lavorato fino all’ultimo giorno, seguendo per il Tg1 le consultazioni politiche dal Quirinale, e partecipando a conferenze e incontri pubblici. L’ultimo incontro proprio quello dedicato al suo grande maestro, Pietro Scoppola, anche lui scomparso recentemente. Ce lo ricordiamo ironico, un cattolico “gaudente”, sempre pronto però alla riflessione seria. Amante della musica, sapeva a memoria tutti i nomi dei grandi dello spiritual americano, delle buone letture, uomo dotato di una vastissima cultura, negli ultimi tempi aveva cominciato a raccontare gli ultimi, i vagabondi, i “folli” di Dio, tutti quei dispersi incontrati per caso in un pub, per strada, durante i suoi tanti viaggi. I suoi ultimi libri sono esperienza letteraria ma anche vita vissuta. Ha sempre sognato una Chiesa bella e profetica. Adesso che ha raggiunto suo padre, sua madre e le sue sorelle, e tutti i suoi amici e maestri che hanno dato il loro impegno per il Concilio Vaticano II, lo immaginiamo che starà danzando con loro. E bevendo una bella birra all’Osteria del Vecchio Isaia. Ci mancherai.

mercoledì 21 maggio 2008

Dubbio felpato

Ma almeno adesso che è sottosegretario Bertolaso se la toglierà quella ridicola felpa della Protezione civile? Un conto è essere in mezzo ai terremotati, altro stare al Consiglio dei ministri. O no?

martedì 20 maggio 2008

Il nuovo pogrom

“Prima di tutti vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non ero comunista. Un giorno vennero a prendermi e non c'era rimasto nessuno a protestare” (Bertold Brecht).
Vorrei, con queste parole del poeta, porre l'attenzione sulla cronaca di questi giorni, anche di questi mesi. La caccia al diverso, allo sconosciuto che porta addosso un modo di vita differente dal nostro, è un rischio concreto che si attanaglia e si nutre dell'ignoranza, della mancata conoscenza e del qualunquismo. Siamo tutti colpevoli: con i nostri titoli, con i nostri discorsi. Nessuno può tirarsi fuori dalle responsabilità. La politica uscita vincitrice dalla ultima tornata elettorale alimenta l'odio, l'Europa ci guarda con disprezzo e a tratti con pietà. Facciamo pattuglioni e li mascheriamo per operazioni contro la criminalità. Ma intanto - e Gomorra dimostra - la criminalità organizzata di casa nostra ci sta mangiando cuore e polmoni. Attenti... guardiamoci le spalle... potrebbero venire a prendere qualcuno di noi...

lunedì 19 maggio 2008

Gli uccelli festeggiano

Non ho mai contato quanti comunicati stampa mi arrivano ogni giorno. Comunque tanti. Il più delle volte finiscono nel cestino con una rapidità impressionante. Miss culetto d'oro, l'ultima scoperta nel campo della blenorragia, il museo della tosse asinina. Ce n'è per tutti i gusti e ogni volta che penso di aver finalmente scovato il comunicato stampa più assurdo del mondo - voilà - ne arriva uno ancora più incredibile. Questo è di pochi minuti fa.

GLI UCCELLI FESTEGGIANO L'INAUGURAZIONE DEL MAV
Oltre 1,5 milioni di € per una struttura che valorizza il territorio del Veneto Orientale. Il Museo Ambientale di ValleVecchia (Caorle,Ve) sarà inaugurato alle ore 10,00 da Corrado Callegari.

La notizia ci può anche stare. Ma come si fa a titolare (e mettere come oggetto nella mail) con questa immagine di uccelli in festa? Come se nelle redazioni non ci fossero già abbastanza erotomani e amanti del doppiosenso (sì, me compreso).

venerdì 16 maggio 2008

Maxi-blitz o maxi-truffa?

La Repubblica di oggi apre con Clandestini, retata in tutta Italia. A pagina due del Corriere della sera il titolo è Maxi-blitz contro i clandestini. Ora però vi racconto un fatto. Ieri mattina la questura della mia città fa un bilancio di una settimana di attività: X arresti eseguiti, X controlli sui permessi di soggiorno, X decreti di espulsione per violazione della legge sull'immigrazione e compagnia cantando. Nota bene: numeri non dissimili da quelli di ogni altra settimana che il Signore mette in terra. Il collega mi telefona e mi riferisce del bilancio, io nel frattempo mi collego alle agenzie e leggo di questa fantomatica "retata in tutta Italia". Tra le città citate c'è pure la mia.
Penso che abbiate già capito, cari frequentatori della bottega, quale giocattolo di carta ci abbiano venduto stamattina. Spacciando per un maxi-blitz contro i clandestini una serie di controlli ordinari sul territorio. A fine serata si ragionava con un collega che alla fin fine il vero blitz l'ha fatto - colpo da maestro - l'ufficio stampa della Polizia di Stato.
Ah, ovviamente è un puro caso che il tutto sia avvenuto nello stesso giorno in cui il governo incassava la fiducia al Senato.
Ah, ovviamente nemmeno comincio il ragionamento per cui un giornalista in teoria avrebbe l'obbligo (umano, morale, professionale?) di rendersi conto che di maxi qui c'era solo la fuffa, magari evitando di aprirci un giornale. Ma lascio perdere la questione. Sennò poi mi tocca farmi prestare il citrato dalla Commara. E non è cosa.

giovedì 15 maggio 2008

Giornalisti, esterno notte

Stanotte intorno alle 2.15 la banda dell'acetilene ha fatto saltare il bancomat dell'agenzia Antonveneta che sta praticamente di fronte a casa mia. Qualcosa è andato storto, forse troppo gas: fatto sta che le banconote hanno preso fuoco e agli specialisti dello scoppio non è rimasto altro che darsela a gambe.
Perché ve lo racconto? Perché, mentre tutto il vicinato si svegliava nel cuor della notte riversandosi in strada, io - il vostro valoroso giornalaio - ho continuato imperterrito a dormire.
Poi dice che uno ha il sacro fuoco del cronista...

PS che non c'entra niente: ma di Mastrota che descrive il vibromassaggio della poltrona Global Relax paragonandolo al «sapiente tocco di una geisha» che cosa vogliamo dire?

mercoledì 14 maggio 2008

Un premio per la bottega

La bottega dei giocattoli di carta ha bisogno di un nuovo scaffale. Stavolta niente notizie gonfiate da esposizione, niente pastoni politici a un tanto al chilo. E perfino la bella ministra Mara Carfagna per un attimo splende un po' meno. Perché lo scaffale serve per metterci il premio D eci e lode. Un riconoscimento prestigioso, del quale fino a pochi minuti fa ignoravo l'esistenza. Ringrazio la Commara che ha voluto conferirmelo: la gioia è doppia visto che oggi riparte il suo D'oh! che qui in bottega è molto seguito. Così sono messe a tacere le voci che attribuivano la sospensione alle note inimicizie d'Oltretevere (don Camillo, si scherza!). Questa la motivazione: «C'è dentro l'unica ambizione che conti davvero in questo mestiere, cioè farlo bene» (troppo buono).

Mi sono anche preparato due righe, giusto per non dimenticare di ringraziare:
- i miei genitori per avermi creato talmente poco dotato di buon senso da farmi capire che solo il giornalismo poteva garantirmi la pagnotta;
- la Centrale del male per lo stipendio e per tutta la vita che mi ha permesso di sacrificare a una testata locale, per poi sentirmi dire che «la forza di questo giornale sta nelle pagine nazionali» (questa non ve l'ho mai raccontata eh...);
- Ofelia, mia signora e maestra: secondo me nemmeno il premio riuscirà a scuoterla dal suo torpore Web;
- la Tempo, che ha prodotto fazzoletti delicati con la pelle, energici sulla lacrima: fondamentali per contenere il pianto scatenato dalla notizia di un premio sì prestigioso;
- la Commara, venerato maestro di virtù e gossip cattocomunisti, vero amico e collega in pectore;
- uno speciale ringraziamento a Mario Rigoni Stern, Luciana Frassati, Raffaele Cutolo, Gianni, Paola Bignardi, Cacucci e Martinelli per il loro supporto.

Ho finito di scrivere cacchiate? Per il momento sì.
Ma prima di chiudere, sono felice di assegnare il premio all'Araba Fenice di Sorella Marta: lo confesso, è colpa sua se ho deciso di aprire un blog.

Ofelia, ci degni almeno di un commento? Abbiamo vinto!


IL PREMIO D ECI E LODE

Che cos'è?
"D eci e lode" è un premio, un certificato, un attestato di stima e gradimento per ciò che il premiato propone.

Come si assegna?
Chi ne ha ricevuto uno può assegnarne quanti ne vuole, ogni volta che vuole, come simbolo di stima a chiunque apprezzi in maniera particolare, con qualsiasi motivazione sempre che il destinatario, colui o colei che assegna il premio o la motivazione non denotino valori negativi come l'istigazione al razzismo, alla violenza, alla pedofilia e cosacce del genere dalle quali il "Premio D eci e lode" si dissocia e con le quali non ha e non vuole mai avere niente a che fare.

Le regole.
1. Esporre il logo del "Premio D eci e lode", che è il premio stesso, con la motivazione per cui lo si è ricevuto. E' un riconoscimento che indica il gradimento di una persona amica, per cui è di valore (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
2. Linkare il blog di chi ha assegnato il premio come doveroso ringraziamento;
3. Se non si lascia il collegamento al post originario già inserito nel codice html del premio provvedere a linkarlo (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
4. Inserire il regolamento (nel post originario c'è il pratico "copia e incolla");
5. Premiare almeno 1 blog aggiungendo la motivazione.

Queste regole sono obbligatorie soltanto la prima volta che si riceve il premio per permettere la sua diffusione, ricevendone più di uno non è necessario ripetere le procedure ogni volta, a meno che si desideri farlo. Ci si può limitare ad accantonare i propri premi in bacheca per mostrarli e potersi vantare di quanti se ne siano conquistati. Si ricorda che chi è stato già premiato una volta può assegnare tutti i "Premio D eci e lode" che vuole e quando vuole ( a parte il primo), anche a distanza di tempo, per sempre. Basterà dichiarare il blog a cui lo si vuole assegnare e la motivazione. Oltre che, naturalmente, mettere a disposizione il necessario link in caso che il destinatario non sia ancora stato premiato prima.

E penso ai fagiolini

Penso a questo fagiolino. E al suo papà e alla sua mamma. A quanto possono essere felici loro se già lo sono io nel mio piccolo da quando ho "scovato" la notizia. Penso che mi piacerebbe vederlo crescere. Anche se la distanza non aiuta. Penso a quanto spettacolare potrà essere questo ometto/donnina considerato come sono i suoi. E che la famiglia è una cosa bella. Per chi se la sa cavare.

giovedì 8 maggio 2008

Il sondaggio

Partecipate al sondaggio dedicato alla brava Mara! Lo trovate nel template in alto a destra.

Mara Carfagna ministro senza portafoglio

Mara Carfagna ministro senza portafoglio.
Ma con borsetta!

Non dev'essere facile passare da un carrozzone come Piazzagrande - giochetti strani con buste e somme in danaro, un sacco di storie, previsioni astrologiche sul futuro che non si avverano mai, sempre e comunque obbedienti a quel che decide il Comitato e sempre a fianco a un nanetto pelato - al Consiglio dei Ministri.

Uhm.
Forse è facile.



Qui accanto tre foto della bella Mara.
Voi in che versione la preferite?






mercoledì 7 maggio 2008

Il secolo del Mondo Piccolo

È uscito sui quotidiani del gruppo E Polis il 5 maggio 2008.

Incredibilmente, il Mondo Piccolo è ancora lì. E a un secolo esatto dalla nascita di un Giovannino Guareschi che ha saputo scoprirlo e scriverne, quell'insieme di terre e case e acqua e nebbia nel bel mezzo della Bassa è ancora pronto a raccontare storie a chi sa ascoltare.

«Sono e sarò sempre un paesano delle Roncole». Il cartello porta la firma Giuseppe Verdi e la data Parigi, 25 maggio 1863. Il Comune parmigiano l'ha sistemato di fronte la casa natale del compositore. A fianco sorge l'Incompiuta, l'abitazione che lo scrittore si fece costruire sufficientemente vicina alla via Emilia per poter raggiungere Milano e il lavoro, ma abbastanza isolata da riuscire a respirare ogni giorno l'aria del Mondo Piccolo. Fra queste mura, dove fino a pochi anni fa era ancora attivo il ristorante Guareschi, impiantato da Giovannino per “dare un mestiere” ai figli Alberto e Carlotta, oggi trova sede il Club dei Ventitré, che da anni lavora per coltivare la memoria di uno scrittore troppo a lungo dimenticato dalla critica. Fatto inaccettabile, per chi si è conquistato la maglia di autore italiano moderno più venduto nel mondo.

«Quello che nostro padre ha saputo costruire - spiega il figlio Alberto - è un patrimonio di lettori che ancora oggi dà testimonianza di una infinita rete di affetti. Una testimonianza quotidiana che mostra anche una trasmissione generazionale: i padri “passano” i libri di Guareschi ai propri figli, che crescono e fanno lo stesso. E Guareschi va avanti, senza pubblicità». Nella casa di Roncole si sta sistemando lo sterminato archivio Guareschi: manoscritti, carteggi, una fototeca da almeno settemila immagini, ma anche oggetti cari allo scrittore, come i quaderni di scuola o le posate usate durante la prigionia nel lager di Sandbostel.

A Fontanelle di Roccabianca, una manciata di chilometri da Roncole, l'ex scuola ospita una bella mostra sull'illustre figlio della Bassa. Quella Bassa che soltanto da poco ha iniziato a ricordarlo, che poi significa restituirlo al cuore. Giovannino Oliviero Giuseppe Guareschi è nato qui il primo maggio 1908, nella casa che dà sulla piazza. Sulla facciata c'era una Madonnina, poi cancellata quando lo stabile divenne la Casa dei Socialisti. E non è un caso che in questo borghetto perso tra i campi i concittadini di cui si fa memoria - tolto Guareschi - siano il sindacalista Giovanni Faraboli (che ispirò allo scrittore la figura di Peppone) e il vescovo Augusto Azzolini, missionario in Sierra Leone. La Croce da un lato, il Sol dell'avvenire dall'altro.

Il viaggio nel Mondo Piccolo non può non concludersi a Brescello, il paese che ha prestato vie, piazza, municipio e chiesa ai cinque film della serie. Oggi è una piccola Disneyland, con le statue di Fernandel in talare e di Gino Cervi con l'Unità in tasca che si salutano in piazza. Da un lato c'è il caffè “don Camillo”, dall'altro non può che sorgere il bar “Peppone”. E arrivati a due passi dal museo, dopo essersi rifocillati in una trattoria tappezzata di foto di scena, non ci si stupisce nel vedere parcheggiato là fuori il celebre carro armato con la stella rossa. Cose da Bassa.