mercoledì 20 agosto 2008

La volpe e l'uva

L'altra sera, ospite inattesa, una volpe è venuta a farci visita. La mamma ed io eravamo rimasti a goderci il fresco sulle chianche del cortile, cullati dal venticello che accarezzava noi e le chiome verdi degli ulivi. Un piacere, dopo una giornata di sole forte e di caldo secco ma intenso.
Per caso alzo lo sguardo. Dietro l'albero secolare qualcosa - qualcuno - si muove. Piano piano, il passo impercettibile. Un gatto, penso io. «Forse è Nerina», dice mia madre, anche lei incuriosita dagli strani movimenti. Nerina è una gatta fortunata, presa a benvolere dagli abitanti del trullo e soprattutto da zia Maria, che non manca di far trovare alla felina girovaga qualche avanzo dei nostri pasti sempre troppo abbondanti.
Non so quanto ci abbiamo messo a capire che questa volta non si trattava d'un gatto. La coda lunga, di pelliccia folta e lucente, è stata la prima avvisaglia. «Che bestia è?», il primo pensiero. Seguito dall'azzardo sognante: «Forse è una volpe...». Lei intanto dall'ulivo si era avvicinata alla pompa dell'acqua. Assetata, cercava senza successo di bere. È stato lì, a una manciata di metri da me, che ho visto il musetto a triangolo, il viso affilato di un animale conosciuto sui miei libri illustrati da bambino, sull'immancabile Exupéry, nelle immagini dell'occasionale documentario. Non era certo spaventata. Forse sorpresa. Certo meno di me. Perché per lei questo - sicuro - non era il primo incontro con il bipede umano.
Ora mi piacerebbe raccontarvi che abbiamo fatto amicizia, che abbiamo parlato di rose e appuntamenti, che ha parlato dei miei capelli paragonandoli a un campo di grano. Ma sarebbe un romanzo - già scritto, per giunta - e non la realtà. Invece la volpe ha attraversato il cortile ed è scesa nell'orto, tra i pomodori e le zucchine di zio Michele. Il giorno dopo, a dimostrare che non avevo sognato, ha lasciato tracce di sè nel piccolo vigneto d'uva fragola. Ieri sera, poi, ha provato a bissare la visita. Ma eravamo in dieci a popolare il cortile del trullo. Così, captata l'atmosfera di poca intimità, ha girato la coda ed è tornata sui suoi passi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

che emozione... che poesia... ti prego... mandala ad un concorso di scrittura... vinceresti il primo premio...