giovedì 22 maggio 2008

Paolo Giuntella se n'è andato

Se n'è andato Paolo Giuntella. Giornalistam quirinalista del Tg1, 61 anni, marito e padre. Cattolico sorridente, non in stile papaboy. Ma di quelli che "Rendete testimonianza della speranza che è in voi". Un "adulto" di Azione cattolica. Adulto davvero. Riporto qui il saluto che l'Ac gli ha lasciato.

Aveva provato a chiacchierare con la morte nel suo ultimo, splendido libro L’aratro, l’iPod e le stelle. Una riflessione a braccia aperte sul senso della vita, e sull’impegno dei cristiani in una società in crisi e difficile come quella di oggi. Aveva provato a farlo con il suo solito modo: con il sorriso sulle labbra. Con l’ironia di sempre. Citando i suoi autori preferiti, quelli che appunto, sorridevano alla vita. Ma anche un libro che nascondeva nelle pieghe delle pagine il senso vero di una vita piena, affidata a Dio. Quel “lieve problema di salute” che descriveva non era, in realtà, un lieve problema. Lui lo sapeva. Ma, in qualche modo, ne parlava anche con i suoi amici più intimi, scherzandoci su. Ha lavorato fino all’ultimo giorno, seguendo per il Tg1 le consultazioni politiche dal Quirinale, e partecipando a conferenze e incontri pubblici. L’ultimo incontro proprio quello dedicato al suo grande maestro, Pietro Scoppola, anche lui scomparso recentemente. Ce lo ricordiamo ironico, un cattolico “gaudente”, sempre pronto però alla riflessione seria. Amante della musica, sapeva a memoria tutti i nomi dei grandi dello spiritual americano, delle buone letture, uomo dotato di una vastissima cultura, negli ultimi tempi aveva cominciato a raccontare gli ultimi, i vagabondi, i “folli” di Dio, tutti quei dispersi incontrati per caso in un pub, per strada, durante i suoi tanti viaggi. I suoi ultimi libri sono esperienza letteraria ma anche vita vissuta. Ha sempre sognato una Chiesa bella e profetica. Adesso che ha raggiunto suo padre, sua madre e le sue sorelle, e tutti i suoi amici e maestri che hanno dato il loro impegno per il Concilio Vaticano II, lo immaginiamo che starà danzando con loro. E bevendo una bella birra all’Osteria del Vecchio Isaia. Ci mancherai.

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